Extreme Behaviour

My Eyes Are Set On You

Gente che chiacchiera qui nell'area vip di come incredibilmente sia andata la performance degli headliner.
Bla bla bla... Le loro parole entrano ed escono dalla mia mente senza nemmeno essere registrate, come una piuma che non accarezza la pelle perchè il vento è troppo deciso per lasciarle l'indipendenza di una traiettoria tutta sua.
Un particolare accordo suonato bene, oppure un'altro dettaglio talmente infimo che nemmeno il musicista sa di aver eseguito vengono commentati.

E quelle persone sanno benissimo che i loro commenti sono perfettamente inutili, che non saranno nemmeno calcolati dato che una volta entrati nel circuito l'unica cosa che veramente interessa ad un musicista è avere la sua agognata promozione, ovvero firmare un contratto con una major.
E tutto questo lodare con piccoli dettagli mi rende furioso, non potrebbero farlo da un'altra parte; in un luogo in cui le loro opinioni possano essere udite e non qui, in un club, dove il loro ciarlare scorre imperterrito nonostante l'ambiente in cui ci troviamo lo ostacoli in tutti i modi possibili.
... Come vorresti parlare in un posto simile?
La musica alta, vapore corporeo invadono la sala fa arrivare l'atmosfera a cinquanta gradi centigradi, che insieme a un bicchiere vuoto dopo l'altro ti annebbiano il cervello e ti stordiscono, per non parlare del caldo e delle persone che sopprimono il tuo spazio vitale quando sei sul punto di svenire oppure cadere in uno stato profondo di catalessi; è totalmente insostenibile.
Pare tutto così simile e allo stesso tempo completamente diverso dal locale dove prima ci stavamo esibendo; le luci sembrano simili, ma a dirla tutta queste sono più colorate, assillanti e non stanno ferme un secondo e prendiamo anche il fumo; tu pensi che sia lo stesso ma qua ti si attacca ai polmoni, esattamente come questo posto; ti soffoca...e qui sei tu che dovresti divertiti, ma evidentemente è chiedere troppo il solo pensare a questo!
Niente da obiettare contro le cubiste che ancheggiano sulle loro postazioni, ma dopo un po' diventano noiose; grosse tette finte e personalità da troia, tutte impostate come le etichette di un qualsiasi prodotto da supermercato.

Questo misero cubetto di alluminio si sposta solo con una mia gomitata, scocciato lo riavvicino a me dove prima stava e mi limito a picchiettare le dita sul tavolo aspettando il drink che ho ordinato secoli fa.
Guardo la pista giù; quei due sono lì da secoli... Jade balla scatenata accanto ad alex, carezza ipnoticamente il corpo del suo uomo, ma lui non risponde al richiamo.
Tenta di concentrarsi per accennare dei movimenti che per lo meno seguano il ritmo della musica; credo che non sia umanamente possibile chiamare l'attività a cui si sta dedicando ballo.
I loro visi sono estremamente vicini, ma gli occhi non hanno un dialogo continuo poiché Alex è distante, guarda oltre le spalle della sua partner come se lei non contasse nulla.
Non si sofferma sullo splendore dei tratti di quel suo viso nemmeno quando si avvicina ulteriormente a lei e accosta il suo viso all' orecchio impreziosito dall'orecchino, che non sembra nemmeno essere un suo regalo.
Riescono solo a scambiarsi un bacio senza significato, vano come la musica che ora si diffonde nella sala, e senza degnarsi di uno sguardo si allontanano in due direzioni diverse; lui varca la porta e lei si dirige verso la toilette delle signore.
Il volto perfetto di lei è segnato dalla delusione, le labbra curvano leggermente verso il basso e non si allontana prima di aver sfiorato gli arti e la mano del suo uomo delicatamente e incisivamente così come una farfalla colorata e magnifica danza attorno ad un fiore che pian piano appassisce.

Non dovrebbe ricevere quel trattamento e nemmeno farsi trattare in quel modo da un qualunque cantante della scena hardcore che si diverte a stare a stare a torso nudo sul palco e buttarsi sulla folla solo per il gusto di sentirsi attraente e poi comportarsi come se fosse il re del mondo quando lui è solamente un dannato ragazzino troppo pompato proveniente dalla famosa e assolutamente inutile Orange Country. [Nda. Parla Lui xD]
Sono fermamente convinto che lei dovrebbe essere mia, dovrei essere io a baciare le sue labbra fino alla fine dei tempi. Non m'interessano le conseguenze, o i suoi sentimenti e nemmeno i miei ripensamenti.
Calano le ombre su tutto ciò che non riguardi lei e concentrato come un levriero sulla sua piccola e succulenta prima scendo le scale del priveé ritrovandomi in mezzo a quel mare di persone tutte appiccicate che osservavo prima.

La sensazione di caldo che tutta quella gente mi scaturiva prima, non era niente a confronto, sembra di ribollire all'inferno; mi trascino barcollando attraverso quel fiume di gente e mi dirigo verso porta e senza esitazione, e faccio un passo rimanendo sulla soglia del bagno delle signore, dove sono solite incipriarsi il naso e rifare il trucco, ma lei no. Jade è lì, mi da le spalle appoggiata al lavandino è intenta a risciacquarsi il viso, incurante del trucco che potrebbe sbavarsi.
Perché è sempre così diversa dalle altre?

Rimango a fissarla per un lungo, interminabile minuto; l'arco di tempo lughissimo in cui la mia testa è nella confusione più assoluta e io non sono in grado di prendere una decisione, nemmeno mettere insieme un pensiero razionale, e contemporaneamente riesco a far cessare questo trambusto interiore solo lasciando vagare il mio sguardo su di lei.
E' come se la musica si fosse fermata, la folla scomparsa e ci fosse solo lei; sono esattamente quelle sensazioni che la voce fuori campo di uno stupido telefilm solitamente rivela.
Le voci allegre di un paio di ragazze si avvicinano ed ormai posso quasi sentire i tacchi sul pavimento della sala,e mi dileguo prima che Jade possa essere distratta da tutto ciò, e mi reco al bancone all'altro capo del locale.

Ingurgito un bicchiere dopo l'altro, gli alcoolici colorati scintillano colorati in bicchieri dalle forme particolari che deduco, possano essere una delle ristrette attrazioni che un piccolo club situato nei meandri di Salt Lake sia in grado di offrire.
Se fossi un nomade, o una specie di viaggiatore l'unica cosa che veramente mi spingerebbe a mettere piede in questa bettola sarebbe la voglia acuta e ammagliante di essere riscaldato, e non dico solamente coccolato da un goccetto di alcool ma anche dalle membra calde di una donna che spingendo verso un'angolo remoto del locale ti porti verso il paradiso.
Il tempo scorre troppo lento, e le frasi incoerenti che scambio con il barista e i clienti che sono seduti sugli sgabelli accanto a me sono solamente un riempitivo.
Qualcuno mi chiede se sono un musicista, altri mi dicono che sembro solamente un frocetto con i capelli lunghi.
Ad incazzarmi non ci riesco, sembra che tutti i sentimenti siano scomparsi e stia nuotando nell'apatia: questo ambiente mi logora, c'è troppa allegria mentre io mi sento male, soffocare dal mio stato d'animo.
Quando mi guardo attorno i bordi di ogni cosa mi appaiono sfuocati, non riesco a vedere chiaramente nemmeno se ci provo senza interruzione, anzi in questa maniera peggioro la situazione perchè continuando di questo passo mi verrà un mal di testa, impossibile da curare nemmeno con un intera confezione di aspirina.
Accendo una sigaretta, la porto alle labbra, sembra che questa sia l'aria che mi aiuta a vivere; intossicata di nicotina e catrame, quella che ti crea dipendenza ma non ti uccide, perchè sono sempre in questa fascia io, sempre nella merda ma mai troppo per stare male davvero e farla finita. Il manto nero della notte mi incanta, le stelle lo impreziosiscono e sparse nel cielo brillano come diamanti, i più puri che abbia mai visto.
La loro luce è talmente cristallina e luminosa mi stordisce quando viene in contatto con la retina.
“Brian, che ci fai qui?” mi chiede qualcuno che individuo come Shadz all’improvviso.
“Cercavo di disintossicarmi da quel posto. E’ un’inferno”
“ Non dirlo a me. Non riesco nemmeno a divertirmi che il mio pensiero va continuamente a Val!”, s’incupisce nominando l’oggetto delle sue bramosie.
“Ti manca, non è vero?”
“E’ poco per descrivere quello che sento veramente. Va al di là dell’alcoolismo e perfino peggio della dipendenza dalla cocaina. Ogni cosa mi ricorda lei, perfino questa dannata bottiglia di Tequila”, dice tristemente portando la bottiglia alle labbra e berne un piccolo sorso.
Annuisco tristemente e afferro la bottiglia dalle sue mani, di scatto senza nemmeno rendermi conto del fatto.
Ingurgito quanto più alcool possibile, è come l’ambrosia per me quella che gli dei del monte olimpo sorseggiano; ma qui non il monte olimpo non si vede nemmeno lontanamente .
Il mio amico è scocciato, lo sento sbuffare mentre sto qui ancora a trangugiare questo liquido, che risulta essere la sola cosa invitante e seduttrice per me in questo momento.
Penso non sia per i suoi problemi amorosi, ma per la bottiglia che è ancora nelle mie mani.
Quando si dice che l’alcool aiuta a dimenticare non si scherza.
Dovrebbe essere una cosa positiva, ma non ha solo quell’aspetto perché quando hai bisogno di dimenticare ci sono gravi tracolli emotivi o insicurezze che si celano dietro a questo gesto ed automaticamente significa che ne diventerai schiavo.
Maledettamente e inesorabilmente schiavo.